giovedì 24 ottobre 2013

Mercati: pausa di riflessione? - dal 'Quotidiano' del 25 ottobre



Dopo settimane di rialzi le borse europee sembrano essere vicine ad una pausa, in attesa di conoscere gli eventi futuri e di valutare i rischi annessi.

L’elemento che ha condizionato questa iniziale correzione è la pubblicazione del dato mensile sui posti di lavori creati negli Stati Uniti: le 148 mila nuove assunzioni hanno spiazzato gli analisti, che attendevano una crescita molto vicina alle 200 mila unità.

L’immediata reazione è stata positiva con un rialzo degli indici azionari di tutto il mondo, convinti da un condizionamento dell’azione della Federal Reserve dopo le notizie negative giunte dal mondo del lavoro. [...]

Ci si attende che il futuro Presidente Yellen continui ad inondare il mercato di liquidità, allontanando di qualche tempo l’attenuazione e la definitiva rimozione del “Quantitative Easing” ed a rinviare ulteriormente l’aumento dei tassi, previsto ad oggi per il 2015.

Anche lo “shutdown” delle attività federali, dopo la chiusura degli uffici per 16 giorni, [...] influenzerà la Fed, che in qualche modo dovrà compensare gli effetti negativi dell’estenuante scontro tra repubblicani e democratici per l’innalzamento del tetto del debito - quasi 24 miliardi di costo per le casse dello Stato - prendendosi altro tempo prima di lasciare l’economia libera di crescere senza aiuti.

Visto che i mercati si fidano più della Fed che dell'economia reale, [...] ecco spiegati i nuovi massimi registrati dagli indici oltreoceano, lasciando qualche punto interrogativo solo per le borse asiatiche ed europee. 

A preoccupare gli operatori, infatti, è giunto il forte deprezzamento del dollaro statunitense: è normale che un’aspettativa di tassi bassi ancora per molto tempo indebolisca la valuta di riferimento e, quindi, un conseguente rafforzamento delle valute asiatiche e dell’euro ha immediatamente depresso gli indici dei Paesi in questione.

Il timore, infatti, risiede nella perdita di competitività delle aziende europee e dei big esportatori giapponesi, che non potrà che riflettersi prima sui bilanci e poi sull’andamento degli indici azionari industriali.

Anche l’imminente supervisione che la BCE inizierà a breve e che per un anno terrà sotto osservazione l’intero sistema bancario del Vecchio Continente potrebbe rappresentare [...] un elemento di incertezza e, pertanto, non è da escludere che nel medio periodo il favore di cui godevano le azioni europee rispetto a quelle americane in termine di rendimento possa nuovamente capovolgersi, tornando a favorire gli Usa.

Al di là delle politiche di “turn over” ed in assenza di elementi esogeni fortemente distorsivi ogni apparente rallentamento  rappresenterà solo una pausa salutare per un mercato che attende ansioso il cosiddetto “rally di fine anno”.   

Nessun commento:

Posta un commento

Oliviero.it