venerdì 27 settembre 2013

Washington Debt Ceiling: rischi dagli Usa - da articolo pubblicato su "Il Quotidiano della Calabria" del 27 settembre



In una fase parzialmente favorevole come quella attuale diviene difficile individuare i potenziali rischi [....] sui mercati finanziari internazionali, soprattutto se la politica monetaria americana rimane accomodante e la crisi del debito europeo piuttosto attenuata.

Se tralasciamo i timori legati all'Italia, circoscritti allo squallido teatrino politico messo in piedi dal PdL, [....] l'unica possibilità di un ridimensionamento degli indici azionari è rappresentato dal cosiddetto “debt ceiling”, il tetto del debito pubblico statunitense.

Come accaduto già negli anni scorsi e soprattutto nel 2011, quando l’estenuante dibattito politico Usa alimentò oltre un mese di panico sui mercati [....], l'approvazione del piano di spese da parte del Congresso, per il nuovo anno fiscale che inizia la prossima settimana, pare essere ancora in alto mare.

Il Tesoro ha posto dei paletti invitando i politici ad un accordo in breve tempo per evitare il blocco del pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici ed i conseguenti tagli automatici, [....] nonchè un default tecnico arginabile, non come la severa scure delle agenzie di rating, pronte ad intervenire ulteriormente sul giudizio degli Stati Uniti.

E’ strano pensare che la più grande economia mondiale possa incepparsi improvvisamente per un processo legislativo tortuoso e soggetto alla discrezionalità dei membri del Congresso e quasi mai in possesso di una maggioranza equilibrata tra Presidenza e rappresentanze di partito.

I primi attriti tra repubblicani e democratici hanno riguardato i tagli che i primi hanno già fatto approvare, grazie alla maggioranza alla Camera, per finanziare le agenzie di Governo nei primi mesi dell’anno fiscale togliendo, però, fondi al cosiddetto “ObamaCare”. Di contro, il Presidente ha già parlato di un suo possibile veto e ciò non fa che alimentare ulteriormente la tensione. [....]

E’ importante, comunque, che i politici sappiano che [....] la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica è critica su questa diatriba e non vuole immaginare minimamente il rischio default.

Pertanto, sfidare la maggioranza civile del Paese potrebbe risultare devastante soprattutto per il partito repubblicano, a cui nelle elezioni di medio termine del prossimo anno potrebbe venire imputata la colpa di ciò.

Quindi, se il buon senso prevarrà anche questa fase sui mercati verrà archiviata con scosse di lieve entità.

martedì 24 settembre 2013

Un Paese 'contendibile'




La parola maggiormente utilizzata negli ultimi quindici anni ogniqualvolta si parlava del comparto telefonico italiano è sempre stata 'contendibilità' e cioè quella peculiare caratteristica (manageriale e contabile) societaria che la rende appetibile agli occhi dei suoi concorrenti.
Telecom Italia è sempre stata contendibile e quindi oggetto delle osservazioni altrui per ragioni differenti: il suo ampio raggio d’azione geografico, la diversificazione del business ed il valore del circolante.
Dopo l'ingresso nel capitale ormai da qualche anno, la chiusura dell’acquisizione da parte di Telefonica è parsa logica a tutti gli addetti ai lavori, ma ha sorpreso incredibilmente molti, sopratutto tra i politici. 
Da oggi la compagnia spagnola sarà l’azionista di maggioranza relativa, possedendo una fetta totale dell’azienda non superiore al 15% e potendo salire al 23% e da lì controllare un colosso di 40 miliardi di debiti.
Telefonica con un esborso limitato e finanziato dalle banche investitrici uscenti avrà modo di gestire la divisione wireless (TIM) italiana, ma sarà costretta a vendere l’affiliata brasiliana (un gioiellino!) per norme concorrenziali. Sul business internet e voce tutto è ancora da definire con i dubbi legati alla gestione della rete (strategica a livello nazionale) e alla ridefinizione delle tariffe (roaming e non).
E per gli oltre 80.000 dipendenti cosa cambierà? Nel breve non molto, ma nel medio termine la ristrutturazione obbligata riguarderà anche la forza lavoro, le sinergie di costo e le duplicazioni. Questo è un destino che riguarderà tutte le aziende italiane internazionalmente contendibili.
Qualunque sia il prossimo settore (bancario?) di interesse per ulteriori investitori esteri è importante discutere non tanto sulle motivazioni che suggeriscono la 'scalata', quanto il perché dell’assenza di una classe industriale capace di difendere l'italianità e mettere in luce i ‘gioielli’ nostrani.
Nel  settore delle telecomunicazioni già da anni avevamo lasciato ad altri la gestione del business dopo i flop di Colaninno, Tronchetti Provera e l’avvento di inglesi e cinesi, lo stesso dicasi per il lusso venduto in gran parte ai francesi in mancanza di un agglomerato capace di difendere il valore del ‘made in Italy’, ma solo in presenza di tanti 'marchi' desiderosi di primeggiare individualmente, mentre per il vettore Alitalia conosciamo tutti la farsa con cui ai francesi è stato concesso di rilevare l’azienda a costo pressoché nullo.
Ciò che è ‘contendibile’ per gli altri, per il sistema finanziario e industriale italiano è un peso. E’ inutile chiedere l’intervento politico ad affare concluso: è solo un tentativo per nascondere le magagne e le colpe di un Paese in profondo declino, ostaggio degli egoismi personali.

giovedì 19 settembre 2013

La battaglia (politica) sull'Iva - da articolo pubblicato su "Il Quotidiano della Calabria" del 19 settembre



Dopo aver trovato le coperture per l’annullamento dell’IMU sulla prima casa, adesso diviene difficile trovare i soldi per scongiurare l’aumento dell’Iva. E’ quanto emerge dal Ministero dell’Economia che in maniera non inattesa ha riaperto una discussione che ha una duplice interpretazione economica e politica.

In primo luogo, [...] il Governo Letta sarà a breve impegnato nel completamento di alcuni interventi rivolti al sistema produttivo nostrano su richiesta anche delle Autorità estere (UE, OCSE e FMI), le quali ritengono che la priorità sia una riduzione delle imposizioni sul lavoro e sulle imprese per attrarre investitori esteri e per avviare prima del tempo una ripresa che tarda ad arrivare. [...]

Pertanto, pur avendo trovato i soldi (2.4 miliardi) necessari per sostituire l’IMU, bisognerà lavorare per reperire le risorse obbligatorie per la riduzione del cuneo fiscale e per l’Iva, ma se nel caso dell’imposizione sulla prima casa si tratta solo di un impegno preso ‘propagandisticamente’ dalle forze di maggioranza, per la tassa sui beni di prima necessità si tratta di una legge che sarà effettiva sin da ottobre. Quindi, non è impensabile un capovolgimento di scenario, anche se difficile da spiegare non solo alle forze politiche ma anche agli italiani.

Dovendo e volendo agire sul sistema impresa [...] non è da escludere che si cerchi una via di mezzo e cioè che si mantenga quanto promesso in merito all’IMU, che la riduzione del cuneo sia solo per i neo assunti a tempo indeterminato, per i lavoratori tra i 18 e i 29 anni e per gli incentivi ai disoccupati da almeno sei mesi e che sull’Iva si cerchi un compromesso temporaneo fino a fine anno.

Resta la connotazione politica del dibattito: il Pdl opta per l’Iva e preferisce difendere i consumi piuttosto che lavorare sull’alleggerimento della pressione sulle imprese, mentre il PD appoggia la linea di Letta e di Saccomanni, [...] decisi ad appoggiare un intervento di natura più strutturale che porti l’Italia sulla retta via.

Il rischio, però, potrebbe non essere [...] la contrazione degli acquisti, ma le ripercussioni politiche e di conseguenza economiche dello scontro in questione: esiste la possibilità che la ‘battaglia sull'Iva’ possa diventare un pretesto in una fase politica tanto delicata e che, in prossimità della decisione della decadenza di Berlusconi dal Senato, la durata del Governo possa essere strettamente collegata a detti eventi.

Troppo spesso si discute su condizioni e ‘ricatti’ che arrecano danni ad un’economia malata, ostaggio di propaganda politica e di scarsa lungimiranza.

venerdì 13 settembre 2013

Mercati: le nubi si diradano, meno sull'Italia - da articolo pubblicato su "Il Quotidiano della Calabria" del 13 settembre


Dopo l’intervento del Cremlino [...] una soluzione positiva relativa alla ‘questione siriana’ appare sempre più probabile e ciò sembra aver condizionato positivamente i mercati finanziari.

Essa rappresentava per gli operatori uno degli elementi distorsivi di questa fase post-estiva sulle borse mondiali, preoccupate anche dalla crescita economica incerta nei Paesi Emergenti e dalla gestione della politica monetaria da parte della Federal Reserve americana.

In Asia i timori legati ad una sorta di “soft landing” [...] iniziano ad essere più contenuti e ciò è riscontrabile nella recente pubblicazione di indici macroeconomici specifici [...] che hanno alimentato un ritorno di interesse dei grandi investitori nell’area. Anche la forte crescita del Pil giapponese e la ‘cura Abe’ sembrano garantire prospettive rosee per l’economia nipponica, diventata dopo decenni di stagnazione una forza trainante per l’intero Continente.

In America i dati sul mercato del lavoro suggeriscono cautela nell’implementazione della riduzione degli acquisti di Treasury e con un grande sforzo di comunicazione della Fed probabilmente si riuscirà a far ‘digerire’ il primo taglio di ottobre di circa 10 miliardi di dollari [...] come un episodio di routine.

Pertanto, se la guerra in Siria appare congelata, forse solo temporaneamente, sui mercati aleggiano in questa fase incertezze sporadiche e arginabili: il tetto del debito Usa verrà rinegoziato con concessioni democratiche e/o rinunce repubblicane e le elezioni tedesche alla fine consegneranno alla Merkel il comando del Paese con la sola incognita delle alleanze. [...]

E la situazione politica italiana? In una fase più incerta la lunga ed estenuante questione “decadenza” avrebbe condizionato l’intero panorama borsistico europeo, mentre oggi è solo garanzia di volatilità per l’indice italiano.

Sarebbe auspicabile un reale passo indietro da parte di Berlusconi dalla vita politica nostrana in attesa degli esiti giudiziari e magari di un clemenza “ad hoc”, ma è difficile credere che ciò avvenga.

Rimane la certezza che una caduta di questo Governo sia più negativa all’ex-premier che altro e che un Governo alternativo sia anche peggio, quindi al di là delle forzature, dei rinvii e di chissà quali altre creative opzioni è probabile che il ‘virus italico’ sia destinato a infettare solo la vita economia e politica interna del nostro Paese, da cui l’Europa inizia ormai ad essere immune.

martedì 10 settembre 2013

Enigma siriano



L’enigma siriano è vicino alla sua conclusione o forse no.

Dopo l’intervento del Cremlino e la conferma di un impegno concreto di Damasco ad accettare il controllo internazionale del proprio arsenale, una soluzione positiva appare più che probabile.

Da una parte la Russia, che ne esce rafforzata grazie al suo ruolo di 'mediatore', e l’Europa non belligerante, che si è sempre tenuta ai margini dello scontro, e dall’altra i 'duellanti', che per differenti motivazioni sembrano avere accettato di buon grado la soluzione tampone.
Gli Stati Uniti dopo aver fatto i conti con la posizione critica della popolazione americana e lo scetticismo degli altri partner internazionali, hanno ridimensionato le proprie mire facendo un'improvvisa marcia indietro ed evitando di iniziare un conflitto pericoloso non solo in termini di durata e di perdite, ma soprattutto reputazionali, visto che i voti in Senato sarebbero potuti essere insufficienti per ottenere un via libera ed una forzatura ulteriore avrebbe consegnato al mondo un'America arrogante e avventata. 
In più, accettare una verifica dell’arsenale chimico siriano consegna ad Obama una carta da giocare più avanti, visto il probabile inserimento dell’ONU che con una risoluzione potrebbe delineare i limiti al di là dei quali gli Stati Uniti potranno agire in futuro, qualora il regime siriano si dimostrasse in difetto.
Rimane incerta la posizione di Assad: in primo luogo, il nodo relativo ai crimini perpetrati nei confronti della popolazione non è stato ancora sciolto e non è da escludere che l’intervento delle Nazioni Unite possa riguardare anche ciò ed, in secondo luogo, la guerra civile rimane sempre più nel vivo, ancor più accesa dalla rabbia delle diverse fazioni contendenti, comunque deluse dalla scelta americana.
In tale contesto è da sottolineare l’azione 'furba' della Russia, che con estrema scaltrezza ha assunto posizioni piuttosto ambigue: prima critica nei confronti degli Stati Uniti, poi in difesa della Siria ed in ultimo tornata sui suoi passi smorzando l'appoggio ad un pericoloso personaggio come Assad, optando per il ruolo di mediatore. 
In ultimo, rimane la posizione critica di chi come Israele crede che la proposta russa non serva altro che a dare tempo all'inaffidabile Siria per rimuovere e cancellare le prove della propria colpevolezza, e di chi ritiene questa fase come una transizione necessaria per i due schieramenti, necessaria per 'costruire' nuovi sbocchi e consensi. 
La guerra è sospesa, probabilmente solo rinviata.

venerdì 6 settembre 2013

L'Angelo invisibile è tornato



Poco più di un anno fa aveva catturato la mia attenzione la notizia relativa all’operato di un facoltoso anonimo imprenditore milanese, che veniva in soccorso di individui con problemi di denaro, che conducevano una vita disagiata ed impossibilitati a vivere 'decorosamente' le proprie giornate.
Aveva  aiutato un barbone che dormiva in macchina, che descrivendo la sua disavventura – un tumore, un fallimento, problemi di denaro – parlava della città in cui viveva come “dura e spietata” e che ti morde, ti stritola e poi ti butta via. Con la crisi che, ormai, si protrae da anni, succede sempre più spesso e purtroppo ovunque.
Il suo aiuto aveva interessato altra gente in difficoltà: chi non riusciva ad avere i soldi per acquistare un frigorifero, chi il denaro per mantenere e far studiare i propri figli, chi la disponibilità per un trapianto di midollo osseo per Mohamed, un bimbo di pochi anni. E probabilmente molti altri ancora.
Oggi, l’Angelo si è fatto nuovamente vivo in soccorso del piccolo Giorgio, giunto all’ospedale di Palermo con fratture agli arti ed il cranio fasciato dalle botte ricevute non da gente sconosciuta, ma dai suoi stessi genitori. L'ennesima triste avventura che evidenzia due modi diversi di 'amare'.
Chi non riesce a custodire e preservare quel tesoro che è la vita del proprio bimbo e chi quel tesoro creato negli anni di lavoro lo utilizza per arricchire il mondo di umanità e generosità.
Un anno fa spiegava i suoi gesti con semplicità, come un atto dovuto per chi come lui era ‘fortunato’ a possedere tanto denaro. Il suo impegno era un dono per molti e un insegnamento per i suoi figli. Diceva: “chi ha deve aiutare chi non ha. Il valore dei nostri gesti è direttamente proporzionale a quello di cui ci priviamo per aiutare gli altri. Il mio gesto, che non devo rinunciare a nulla, ha poco peso”.
Generalizzare e pensare che non esistano altri Angeli in giro è sbagliato, ma è forse utile sentire di tanto in tanto questa presenza vicina. E' un messaggio diretto ad una generazione disattenta, depauperata di valori, soprattutto pronta a voltare lo sguardo oltre e catalogare tutto come normale e scontato.

Le associazioni di volontariato hanno certamente 'visibilità' e questo, a volte, aiuta e responsabilizza parte di questo 'anello debole', ma spesso con una donazione o con un atto occasionale si trascura la mancanza di un impegno civile concreto, continuo e duraturo, che risiede nel modo di pensare e di agire in questo presente, di cui ogni individuo è personalmente responsabile. 

'Invisibile' è ciò che non compare, ma che 'tocca' e arriva fino in fondo.

martedì 3 settembre 2013

Passo decisivo nel 'risiko' democratico


L’investitura di Dario Franceschini è di quelle importanti, capace di decidere rapidamente la corsa alla guida del Partito Democratico.
Prima di tutto bisogna precisare che Matteo Renzi non è personaggio in cerca di approvazione e di consenso da alcuna 'ala' del partito e che anzi preferirebbe non rientrare nel 'gioco delle correnti' in atto da sempre nel PD, per evitare di essere strumentalizzato.
Affibbiare al sindaco di Firenze un’etichetta non gioverebbe in campagna elettorale, di fatto potrebbe limitarne il raggio d’azione e, soprattutto, condizionare il progetto di ‘repulisti’ in elaborazione.
Renzi non desidera essere ‘imprigionato’ e neppure contornato da potenziali ‘carrettisti’ e cioè da esponenti del partito pronti a salire sul ‘carro’ del (potenziale) vincitore, poiché il rischio di dover gestire tale 'zavorra' in volo potrebbe risultare faticoso e oneroso in termini di consenso.
Rimangono certi gli effetti dell'uscita pubblica del Ministro:
1 - l’endorsement viene da una figura importante del partito, legata soprattutto al Presidente del Consiglio Letta ed all'ex-segretario Bersani: il primo sembra ormai essersi defilato dalla corsa in considerazione della durata del Governo che potrebbe risultare meno breve del previsto, mentre il secondo è ormai costretto ad ingoiare l'ennesimo boccone amaro e ad assumere una figura marginale in sede di Congresso;
2 - gli ex-popolari e gli ex-margherita iniziano a poter contare su un numero rilevante ed anche l’opposizione di alcuni singoli (Franco Marini in primis) potrebbe attenuarsi e rientrare, ricompattando di fatto una 'fazione' nutrita del partito, ostile a quella che ha condotto il PD negli ultimi dodici mesi, dalla deludente campagna elettorale all’elezione 'fantozziana' del Presidente della Repubblica;
3 – le ali estreme paiono ormai fortemente indebolite e rimangono in lizza solo le posizioni intransigenti del giovane Civati e quella che sembra essere diventata la 'minoranza post-pd/pds', guidata dai dalemiani pronti a candidare Gianni Cuperlo, in cui potrebbe confluire proprio l’esiliato Bersani.  
Il 'gioco delle correnti' sta per entrare nel vivo e diversamente dal passato una svolta appare probabile e necessaria per un partito in crisi da tempo, in cerca di una leadership forte e dell'eliminazione delle tante contraddizioni interne.
Rimane, comunque, la certezza di una ‘battaglia’ senza esclusione di colpi e sorprese che se dovesse terminare - come appare probabile - con la vittoria di Renzi potrebbe concludersi con qualche 'fuoriuscita' eccellente, perché il sindaco ha promesso una ‘rottamazione’ reale e mai permetterà che essa si trasformi in un'opera di ‘riciclaggio’ del vecchia politica.

Oliviero.it